Chi era davvero Babbo Natale? Un sacerdote cristiano? Una figura folkloristica pagana? Un fenomeno della pubblicità per vendere di più? Uno spacciatore che regala droga? No: il vero Babbo Natale era un truffatore. Ecco la sua vera storia.
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Lettere per Babbo Natale
Parliamoci chiaro: il Natale è festeggiato in buona parte del mondo. Ma quelli che lo festeggiano meglio (subito dopo gli australiani che surfano e fanno grigliate in spiaggia) sono probabilmente i nord europei e gli americani. Alberi, decorazioni rosse e dorate e pupazzi di neve sono più belli di qualunque presepe le cui statuine, nonostante secoli di storia, non sono ancora riuscite a uscire dalla Uncanny Valley. Una delle tradizioni natalizie anglo-americane che si è diffusa in tutto il mondo è quella di scrivere una lettera a Babbo Natale (o a San Nick, Kris Kringle, o altro nome idiota dell’epoca), per chiedergli regali o aiuti in generale per la famiglia.
Nel ‘900, all’aumentare del benessere e dei servizi postali, sempre più bambini scrivono a babbo Natale. Solo a New York, nel 1912, le letterine sono decine di migliaia. La situazione viene riportata con toni tragici dai giornalisti dei tempi: bambini poveri che chiedono carbone per riscaldarsi in casa, affamati o vittime di abusi domestici, chiedono aiuto al personaggio immaginario. E le poste di New York si limitano a buttare via la posta senza rispondere alle richieste d’aiuto dei poveri bambini.
D’altra parte, a chi potrebbero consegnarle? Il direttore delle poste, però, esasperato dagli articoli, decide che dall’anno prossimo le lettere a babbo natale saranno consegnate a chiunque si faccia avanti come volontario per rispondere.
Passano i mesi, e tra i cittadini indignati di New York si fanno avanti ben zero volontari disposti a rispondere ai bambini senza ricevere uno stipendio (un tempo la gente aveva più spirito di sacrificio rispetto ai pappamolla di oggi).
Il dicembre del 1913 è sempre più vicino e, a quanto pare, nemmeno quest’anno i bambini poveri di New York riceveranno regali o anche solo una risposta da Babbo Natale.
John Duval Gluck
John Duval Gluck aveva sempre amato il natale. Nato il 25 dicembre 1878 racconta di non aver praticamente mai festeggiato il compleanno (i parenti, si sa, amano risparmiare in questi casi…), ma questo non gli ha mai impedito di godersi le feste.
Il Natale, nella sua famiglia, è una tradizione sentita. Da quattro generazioni, i patriarchi della famiglia Gluck (e titolari dell’azienda di famiglia) durante il natale si travestono da San Nick e fanno regali ai figli dei dipendenti e a qualunque bambino che venga a partecipare alla messinscena.
John è un uomo carismatico, ma non è il tipico babbo Natale della famiglia Gluck. È basso, calvo e non ha figli (addirittura si è divorziato dalla moglie: che scandalo!). Ma John sente di essere destinato a grandi cose. A migliorare la vita dei suoi concittadini e diventare un eroe nel processo.
È il dicembre del 1913 e John Duval Gluck scopre la richiesta di volontari nelle poste di New York per rispondere alle letterine dei bambini. È la sua occasione. John si fa avanti come volontario e si accolla di smistare tutte le lettere. È l’inizio del suo grande successo.
Associazione Santa Claus
Ci sono quasi 30mila letterine indirizzate a Babbo Natale a New York. Scrivendo una risposta al minuto ed evitando di mangiare dormire o andare al bagno, potrebbe anche farcela, ma John non vuole limitarsi a rispondere. Vuole consegnare anche i regali richiesti ai bambini.
Si porta nell’impresa una manciata di volontari che, assieme a lui, leggeranno tutte le lettere e le divideranno tra quelle scritte davvero da bambini bisognosi e quelle scritte per scherzo o che presentano situazioni di abuso (che vengono inviate ai servizi sociali). Questo passaggio filtra fuori circa il 50% delle lettere inviate.
Nel frattempo John rilascia interviste a giornalisti entusiasti, riportando i casi più tragici di bambini poveri e affamati e sottolineando il bisogno di una risposta al problema da parte dei cittadini più fortunati. Grazie al suo carisma, la storia ha grande risonanza, e nel giro di pochi giorni John diventa un piccolo eroe di New York. Gira per tutte le associazioni di beneficenza della città e lascia a ognuna un sacco pieno di lettere a cui rispondere e allegare un regalo, del cibo, o dei soldi.
La fama della sua impresa gli permette di trovare tantissime donazioni e volontari e, il 25 dicembre, l’operazione va a termine con successo: John Duval Gluck ha salvato il Natale di quasi 14mila bambini. I giornali e la cittadinanza di New York sono entusiasti. Ma per John Duval questo è solo l’inizio.
Il montaggio della salita al potere alla Scarface
John Gluck fonda l’Associazione Santa Claus e, nel 1914, risponde a oltre il doppio delle letterine dell’anno prima. Finisce sulla stampa nazionale e iniziano ad arrivare lettere anche da altre città. Nel 1915 Gluck inizia a operare in tutti gli Stati Uniti e raccoglie sempre più fondi per finanziare la sua associazione.
L’Associazione Santa Claus organizza parate natalizie con carri e musica nelle strade di New York, (tradizione che, a detta di alcuni storici, avrebbe fatto da modello alla moderna parata del giorno del Ringraziamento). Assume attori di Hollywood e altre celebrità per fare da testimonial alla sua campagna.
Ma non è abbastanza. John annuncia il suo progetto per costruire il Palazzo di Santa Claus, a New York. Un enorme palazzo di vetro e marmo con figuranti in costume e gli uffici per gestire la posta e le donazioni. Gluck si dimostra un hipster politically correct, annunciando di voler rappresentare sulla gigantesca facciata di vetro “Santa Claus e Babbi natale da ogni tradizione del mondo”. Per tirare su il palazzo servono 300mila dollari (oltre tre milioni di euro, in valuta moderna) e Gluck inizia a cercare donazioni per finanziare l’opera.
Gli affari di Gluck
Nel frattempo, Gluck ha venduto l’azienda di famiglia, ha investito i soldi in diverse imprese e si gode una vita di lusso sfrenato. A quanto pare ha anche delle spese significative per pagare gli alimenti alle due ex mogli, visto che divorzia di nuovo (che scandalo!) e si risposa. Ma queste quisquilie domestiche non oscurano la sua figura pubblica di vero Babbo Natale.
Gluck riesce anche ad attirare l’attenzione anche con le sue imprese collaterali al Natale. Investe in associazioni per il proibizionismo di alcol droghe e, in contemporanea, con associazioni contro il proibizionismo. Cerca di vendere prodotti bizzarri, come culle da finestra, per far giocare i bambini “all’aperto”, rischiando di schiantarsi sulla strada di sotto.
Ma se queste operazioni sono bizzarre, altre sono più preoccupanti. Cerca di organizzare corride e rodei di tori a Coney Island, ma un toro si libera e semina il terrore tra la folla. Supporta il nuovo presidente dei Boy Scout degli Stati Uniti (un’associazione rivale dei più famosi Boy Scout d’America), William Hearst, un pazzo che pensa che i bambini debbano girare con armi cariche per imparare a usarle. Durante un litigio, ovviamente, due bambini si sparano e uno muore.
Questa è la fine per Hearst, e per i Boy Scout degli Stati Uniti, ma John Duval Gluck, nonostante questi problemi, riesce sempre a uscire con una reputazione intatta. Tutti sono convinti che sia una brava persona. Tutti tranne un uomo…
Il politico che rubò il natale
Bird Coler è un politico democratico da poco eletto a commissario per il welfare di New York. Con questo incarico ha dato la caccia a varia enti di beneficenza truffaldini che si sono appropriati delle donazioni. E questa storia di Babbo Natale a Coler puzza parecchio. È il 1927 e sono più di dieci anni che John Gluck continua con le sue operazioni senza che nessuno abbia mai controllato cosa stia facendo davvero.
L’associazione, negli ultimi anni, ha smesso di accettare volontari e cerca solo donazioni. Bird Coler va a interrogare che John Gluck che resta incredulo alle richieste con commissario. Mostra i suoi particolari libri contabili, una manciata di fogli con appunti parziali e imprecisi. Coler scopre che l’associazione, solo nel 1927, non ha reso conto delle spese di oltre 100mila dollari dell’epoca (più di un milione di euro, oggi).
Vista la fama di Gluck e l’imprecisione dei libri contabili, incredibilmente, il caso non sfocia in un arresto e in un processo, ma solamente nell’estromissione di Gluck da ogni operazione legata alla beneficenza o alle poste. Coler chiude gli uffici di Gluck e di Babbo Natale, l’Associazione Santa Claus fallisce, e migliaia di bambini restano senza risposta.
Le fine di Gluck
Gluck, vista la conclusione ingloriosa della sua operazione, decide di cambiare aria e si trasferisce in Florida. Diventa un agente immobiliare di discreto successo e vive una vita tranquilla con la famiglia. Colleziona accessori e costumi da babbo natale fino alla sua morte nel 1951.
Alex Palmer, il suo bisnipote, ha scritto un libro sulle sue truffe e avventure, da cui ho tirato fuori un paio di dettagli succosi: The Santa Claus Man.
Ma i bambini di New York? Diverse associazioni di beneficenza, dal 1928, cercano di accollarsi l’eredità di Gluck con più o meno successo. Nel 1962, le poste americane fondano un servizio dedicato per rispondere a questo genere di letterine e indirizzarle a varie associazioni che facciano eventualmente beneficenza: l’Operazione Santa Claus. A un’occhiata superficiale, pare che si siano limitati a riprendere il nome dell’operazione di Gluck, e non la natura truffaldina.
Ma in caso contrario, avremo un articolo divertentissimo per il prossimo Natale.