Qual è la storia di Ned Kelly, il delinquente australiano con l’armatura antiproiettile fatta in casa?
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L’eroica infanzia di un futuro terrorista
John “Red” Kelly, alias “il papà”, nasce in Irlanda nel 1820. A ventidue anni viene condannato per aver rubato un maiale e spedito in Tasmania. Qui viene messo ai lavori forzati fino al 1848. A quel punto si trasferisce nel “continente”, a nord di Melbourne. Qui sposa Ellen Quinn, la figlia del suo nuovo datore di lavoro. I due mettono su famiglia in una comunità rurale composta perlopiù da immigrati irlandesi e cinesi.
Nel dicembre del 1854 nasce Edward Ned Kelly. La famiglia non ha molti soldi: Ned va a scuola quanto basta per imparare a leggere e a scrivere. Passa molto tempo nel bush, le vaste regioni boscose che dividono le coste australiane dall’outback, l’entroterra desertico.
A dieci anni Ned passa agli onori della cronaca per aver salvato un compagno di scuola che stava per annegare in un fiume. Per ringraziarlo, i genitori del ragazzino salvato gli regalano una fascia con i colori dell’Irlanda. Organizzano addirittura una piccola cerimonia per dare a tutto un’aria più ufficiale.
Purtroppo a casa la situazione non è altrettanto allegra. Tutti conoscono il passato criminale di Red. La polizia bussa a ogni ora del giorno e della notte per accusarlo di tutti i furti e le sparizioni in paese. Nel 1865 viene trovato in possesso di carne di bue rubata e condannato a sei mesi di lavori forzati. Una pena esageratamente severa anche per gli standard dei tempi, per punirlo anche degli altri crimini per cui non si sarebbe fatto scoprire.
Scontata la pena Red torna a casa, ma non è più la persona di prima. Depresso e alcolizzato muore pochi mesi dopo, il 27 dicembre 1856. Ned ora è l’uomo di casa e deve badare alla madre incinta e ai sei fratelli e sorelle più piccoli. Ha solo dodici anni.
Problemi con gli squatters
La famiglia di Ned si trasferisce a nord est, vicino alla cittadina di Greta, dove Ellen Quinn ha dei parenti. Si fanno assegnare un terreno dal governo e cercano di mettere su una fattoria, ma incontrano un problema: gli squatters. No, non i punkabbestia e gli immigrati che occupano gli edifici abbandonati.
Parentesi di storia australiana semplificata. A metà dell’800, in Australia si crea un conflitto tra squatters e selectors. Gli squatters sono ricchi proprietari di allevamenti che sfruttano i terreni incolti e selvaggi per le loro mandrie. I selectors sono poveri contadini che si fanno assegnare dal governo terre selvagge a patto di migliorarne le condizioni e la produttività.
Gli squatters sono in Australia da più tempo e hanno sempre utilizzato i terreni incolti come se fossero di loro proprietà. La novità dei selectors non gli piace, quindi pagano la polizia per vessare i contadini e convincerli ad abbandonare le terre. Una delle strategie più frequenti era di far assegnare le terre selvagge a dei prestanome. A quel punto le “subaffittavano” ai selectors, in modo da guadagnarci, e rendere la loro situazione più precaria.
I Kelly cadono esattamente in una truffa del genere. I terreni attorno alla fattoria, inoltre, sono rocciosi, inadatti a sostenere coltivazioni. I parenti di Ellen sono stati perlopiù condannati ai lavori forzati per le accuse degli squatters e non possono aiutarli.
Ned riesce a guadagnare qualcosa facendo il boscaiolo: è forte e grosso, nonostante l’età. Ma la sua famiglia è numerosa e i soldi non bastano. Inoltre i poliziotti continuano ad accusarlo di furto per ogni animale che sparisce. Ned non viene mai beccato con le mani nel sacco, ma i controlli costanti gli ostacolano il lavoro e rovinano la reputazione.
Harry Power, l’Obi Wan Kenobi dei rapinatori (ovvero: la scena col montaggio musicale e l’addestramento)
Una notte nel gennaio 1869 qualcuno bussa alla porta della fattoria dei Kelly. È Harry Power, vecchio amico di Red con cui ha diviso la cella durante i lavori forzati. È evaso di prigione, e ha bisogno di qualcuno che lo nasconda. Ned a questo punto non ama molto la polizia o le autorità in generale, e accetta subito.
Nei mesi seguenti Harry insegna a Ned Kelly come rubare cavalli e lo addestra nelle arti del crimine. Vanta di essere un bushranger, un rapinatore incallito, ma in realtà ha solo esperienza col furto di bestiame. E neanche troppa. I primi colpi del duo non vanno molto bene.
Mentre controllano un ranch di cavalli con il binocolo per pianificare come rubare gli animali, si fanno vedere. Il proprietario, giusto per essere sicuro, li prende a fucilate. Rapinano un allevatore di maiali, ma lo beccano mentre è senza soldi e riescono a spillargli solo dieci scellini (trentacinque euro, oggi).
Kelly è tentato più volte di abbandonare l’impresa, ma ormai si è creato una rete di contatti con delinquenti e taglieggiatori. Intanto Harry Power ha ideato un piano. Il problema maggiore, col furto di bestiame, è rivendere gli animali legalmente, senza farsi arrestare. Harry decide di portare la mandria rubata all’allevamento di un suo amico e di “rivenderla” a Ned. Così avranno un contratto e un testimone che renda tutto regolare. Il piano funziona.
Ned Kelly, il gangster di Greta
Gli anni seguenti, per Ned Kelly, sono costellati di colpi di successo e frequenti arresti. Nel 1870 viene condannato a tre mesi di lavori forzati per aver rotto il naso a un presunto informatore della polizia.
Nel 1871 Isaiah Wright, mercante di cavalli, lo accusa di aver rubato un suo stallone da corsa. Ned dice che il cavallo gli è stato regalato da Gunn, suo cugino. I due vengono arrestati. Gunn viene condannato a un anno e mezzo di lavori forzati per furto, e Ned a tre anni per aver accettato il cavallo.
Ned sconta la pena, esce sei mesi prima per buona condotta, e torna immediatamente a rubare bestiame. Sfida pubblicamente Wright a un incontro di pugilato per “sistemare la faccenda” del cavallo rubato. Dopo 20 round, riesce a batterlo. I due diventano in qualche modo “amici”, e Wright comincia a fargli da informatore, oltre che a fornirgli nascondigli.
La gang, mentre Ned era in galera, è cambiata. Harry Power è stato tradito da un suo amico e consegnato alla polizia. Ma in compenso si sono uniti Dan Kelly, fratello minore di Ned (appena tredicenne), Steve Hart, e John Byrne. Byrne è diventato amico di Ned in galera, è molto intelligente, carismatico e bravo a spiare. Col suo aiuto la gang organizza colpi sempre più proficui senza lasciare tracce.
Salvato per le palle
I poliziotti, frustrati, tengono d’occhio Ned Kelly, ma lo arrestano solo una volta e non per furto, ma per ubriachezza. Secondo la versione di Ned, un suo amico gli avrebbe offerto da bere, ma qualcuno avrebbe drogato la sua birra. Uscito dal bar, Ned, in preda agli effetti della non specificata droga, si fa arrestare perché stava cavalcando da ubriaco sul marciapiede (a quanto pare, la guida in stato di ebrezza è un reato anche se guidi un cavallo…)
Fatto sta che il giorno seguente Ned si sveglia in galera. Quattro agenti lo ammanettano e lo trascinano verso il tribunale. Ned, terrorizzato dall’eventualità di essere rimandato ai lavori forzati, si libera dalla presa e fugge dentro un negozio. Un poliziotto, Lonigan, si tuffa e gli prende le braghe. Ned si divincola e riesce a sfilarsele, restando a chiappe scoperte.
A quel punto l’agente Lonigan lo prende per le palle e strizza. Ned strilla come un animale sgozzato e una piccola folla si raduna attorno ai lottatori, ma Lonigan continua a strizzare. Gli spettatori sono scandalizzati dalla violenza della polizia. Un uomo addirittura grida all’agente Lonigan che dovrebbe vergognarsi per quello che sta facendo.
Arrivano altri agenti e la situazione si calma. Ned viene fatto rivestire e accetta di presentarsi in tribunale. Viene multato per ubriachezza e per aver danneggiato le uniformi dei poliziotti nella lotta.
Fitzpatrick, l’agente ubriacone
Nell’aprile 1878, Alexander Fitzpatrick, agente di polizia e appassionato consumatore d’alcol, decide di dare un giro di vite con la gang di Greta. Sente che sono spariti dei cavalli da un allevamento. Senza prove né mandato né rinforzi, va alla fattoria di Ned Kelly per arrestarlo. Ned non è in casa, ci sono solo Ellen con i bambini più piccoli. Fitzpatrick entra e decide di aspettare, finché non arrivano due uomini a cavallo, Ned e Dan.
Qui le versioni dell’agente e di Ned divergono parecchio. Più di uno storico non è molto sicuro su a chi dare ragione. Secondo Fitzpatrick, Ned avrebbe inizialmente accettato di farsi arrestare e seguirlo. Ma poi avrebbe tirato fuori la pistola per sparargli a tradimento alla mano. Dopo avergli cacciato il proiettile dalla ferita con un coltello per non lasciare prove, Ned lo lascia libero.
Secondo Ned, lui non avrebbe per niente accettato di essere arrestato dato che si trovava molto lontano da Benalla. Fitzapatrick avrebbe minacciato sua madre e suo fratello Dan (arrivato da solo). Dan sarebbe riuscito a disarmare l’agente Fitzpatrick perché era troppo ubriaco e, scaricata la pistola, lo avrebbe intimato ad andarsene. La ferita alla mano sarebbe stata autoinflitta. La storia è traballante, ma come vedremo, Fitzpatrick non era proprio nuovo a falsificare prove e mentire nei processi.
In ogni caso Fitzpartick riesce a tornare alla caserma dove mostra la ferita dice di essere stato aggredito da Ned. Aggredire un poliziotto, con o senza pistola, è una cosa grave e la polizia parte per arrestarlo. Ma quando arriva alla fattoria Ned e Dan non ci sono. Ellen Quin, loro madre, viene arrestata per aver minacciato Fitzpatrick e condannata a tre anni di lavori forzati.
Anni dopo, Fitzpatrick verrà cacciato dalla polizia per ubriachezza durante il servizio e per aver mentito durante diversi processi.
Il primo omicidio…
Ned e Dan per evitare l’arresto scappano nel bush. La polizia manda due squadre di agenti in borghese a dargli la caccia. La più piccola delle squadre è composta da soli quattro agenti: Kennedy, Scanlan, Lonigan (quello delle palle), e McIntyre.
Ora: i dettagli della sparatoria che sta per iniziare variano in base al testimone. Ma il succo è lo stesso in tutti i racconti, tranne che per un notevole dettaglio finale…
La squadra di agenti è diretta alle Wombat Ranges, delle cascate nell’entroterra dove si nasconderebbero Ned e la sua gang. Il percorso nel bush, però, è più arduo del previsto. La vegetazione è troppo fitta per muoversi a cavallo, e devono fare soste per cacciare visto che hanno poche provviste. A furia di sparare ai canguri si fanno sentire da Dan che avverte il resto della banda.
Ned e i suoi quattro complici si avvicinano di nascosto all’accampamento degli agenti. Aspettano che Kennedy e Scanlan vadano a fare un giro di ricognizione, e assaltano Lonigan e McIntyre mentre si stanno preparando un tè.
Ned Kelly esce dai cespugli con due pistole e intima i poliziotti a gettare le armi e alzare le mani. McIntyre obbedisce, Lonigan invece scatta dietro a un albero, estrae la pistole e apre il fuoco. Ned gli spara e lo colpisce in testa, uccidendolo sul colpo.
Secondo McIntyre, Ned avrebbe detto: “Poveraccio… Perché diavolo ha fatto questa azione da folle?”
…e il secondo e il terzo
McIntyre cerca di convincere Ned Kelly a non ucciderlo e ad andarsene prima che arrivino gli altri poliziotti. Gli dice che sono irlandesi e cattolici, come lui. Giorni dopo, dichiarerà ai giornali, che Ned sembra indifferente quando si sente parlare di religione. Quando sente che i poliziotti sono irlandesi risponde: “Gli farò vedere che cosa può fare un australiano.”
Le chiacchiere di McIntyre, alla fine, fanno effetto. Ned gli propone di aiutarlo a trovare gli altri due agenti e a convincerli ad arrendersi e consegnare le armi. Promette che a quel punto li lascerà andare via. Dice che tutto questo è colpa di Fitzpatrick e dei giudici che hanno condannato sua madre. McIntyre accetta e il gruppo si mette sulle tracce degli agenti Kennedy e Scanlan.
McIntyre li trova mentre stanno tornando dal giro, ancora a cavallo. Li ferma e dice che la gang di Greta li tiene sotto tiro e di gettare le armi. Kennedy rifiuta e tira fuori il fucile, ma Dan gli spara prima che possa aprire il fuoco, secondo Ned Kelly uccidendolo sul colpo. Scanlan tira fuori il suo fucile e inizia una sparatoria che si conclude con la sua morte.
Intanto McIntyre monta sul cavallo di Kennedy e scappa fino allo sfinimento della bestia. A quel punto corre tra gli alberi e si nasconde nella tana di un wombat. La notte seguente inizia una marcia di trenta chilometri per tornare alla civiltà.
Due giorni dopo raggiunge la stazione di polizia e viene organizzata una squadra di ricognizione. Gli agenti trovano i corpi senza vita di Scanlan e Lonigan. I cadaveri hanno parecchi fori di proiettile inflitti dopo la morte. Ogni membro della gang ha sparato almeno un colpo a ogni agente, così da rendersi tutti ugualmente complici degli omicidi.
E il corpo di Kennedy? Viene ritrovato giorni dopo, un po’ distante dalla sparatoria. Ned e la sua gang potrebbero averlo ucciso mentre tentava di scappare a piedi (il suo cavallo era stato preso dal suo compare McIntyre). Ma la polizia, in base alle ferite, teorizza che Kennedy, ferito, sarebbe stato stato letteralmente giustiziato dalla gang. L’unica cosa certa è che non è morto sul colpo allo sparo di Dan.
Ned Kelly, il nemico dei poteri forti
Ned da ladro di cavalli è diventato un assassino di poliziotti. C’è una taglia di centinaia di sterline sulla sua testa, è stato dichiarato fuorilegge e chiunque può sparargli a vista. Per finire i giornali lo descrivono come un mostro che si aggira con collane di dita mozzate ai poliziotti uccisi.
Ned è furioso. Vuole vendicarsi degli squatters e dei giudici che hanno vessato la sua famiglia, e della polizia che lo ha “costretto” a diventare un assassino. Dopo qualche mese passato a nascondersi nel bush, elabora un piano. Vuole colpire i suoi presunti nemici nel posto che gli avrebbe fatto più male: “Il portafogli!” O, almeno, questa è la sua versione dei fatti.
La gang inizia a tenere d’occhio Euroa, un paesino disperso nel bush. L’unico collegamento con la civiltà è un treno che passa una volta al giorno. Nel paese c’è una banca, nessuna caserma di polizia. Il 9 dicembre 1878 la gang entra in azione. I delinquenti vanno alla stazione, prendono tutti i passeggeri in arrivo in ostaggio e li chiudono nella sala d’attesa.
Ned fa portare alcol e strumenti musicali per farli stare tranquilli e ne approfitta per fare un discorso contro la polizia e gli squatter. Spiega la sua storia e smentisce i miti più efferati che la stampa ha ricamato sulla sua figura.
L’indomani la gang raggiunge la banca dove il cassiere viene costretto ad aprire la cassaforte. Ned Kelly prende tutti i soldi e dà fuoco alle note di debito e alle ipoteche in stile Fight Club. Prima di andarsene, lascia una piccola parte del bottino agli ostaggi come “ricompensa” per averli trattenuti.
Ned Kelly secondo i giornali: da assassino a Robin Hood
La rapina di Euroa è stata un successo e nessuno si è fatto male. La maggior parte degli ex ostaggi e addirittura il cassiere della banca restano affascinati dalla parlantina del ladro gentiluomo. Molti simpatizzano per la sua causa contro gli squatters e gli abusi della polizia.
L’opinione pubblica su Ned Kelly inizia a cambiare e alcuni giornali, da mostro, lo trasformano in un eroe a la Robin Hood. Un giornale pubblica le sue dichiarazioni fatte a McIntyre. “È un peccato vedere dei giovani bravi e forti come te rinchiusi in una caserma a non fare nulla come poliziotti.” Un altro pubblica un editoriale contro la polizia, asservita alla squattocracy (l’aristocrazia degli squaters).
La risposta delle autorità è aumentare la taglia sulla testa di Ned e mandare nuove squadre in ricognizione del bush. Il direttore della prigione di Beechworth fa installare delle sbarre più spesse alle celle in visione dell’imminente arresto della gang. Ma Ned non viene trovato. Due squadre di agenti che si sono perse nel bush si scambiano a vicenda per gang di Ned Kelly. Si sparano fino a ferire due poliziotti prima di capire l’errore.
A fine gennaio del 1879 il capitano Standish ordina l’arresto di ventitré presunti simpatizzanti di Ned. Le persone vengono sbattute in carcere per tre mesi senza alcuna prova in attesa del processo. Alla fine vengono rilasciati quanti per l’inconsistenza delle accuse.
Non ottengono nessun risarcimento, non vengono nemmeno riaccompagnati alle loro fattorie (alcuni vivono a più di cento chilometri di distanza). Gli unici risultati dell’operazione sono infiammare ancora di più l’opinione pubblica contro le forze di polizia. E aumentare i sostenitori di Ned Kelly.
Ladro, rapitore e organizzatore di festini
Il 2 febbraio 1879 Ned Kelly, Dan, John Byrne e Steve Hart arrivano a Jerilderie. È una cittadina isolata come Euroa, in cui stazionano solo due agenti di polizia. La gang decide di rapinare la banca della città. La gang studia per qualche giorno le abitudini di poliziotti e cassieri.
Venerdì 8 febbraio, Ned chiama la polizia dicendo che c’è una rissa per strada. Non appena i poliziotti escono dalla caserma, vengono presi in ostaggio dalla gang. Ned li trasferisce nella casa del più anziano dei due, dove vengono catturate anche sua moglie e sua figlia. Secondo i poliziotti, Ned e i suoi complici sarebbero stati “gentili”. La domenica mattina, permettono a sua moglie di andare a messa (seguite da Dan Kelly, con la pistola nascosta).
Il lunedì seguente Ned mette in atto il suo piano. Va all’hotel Royal della città e si presenta come Ned Kelly. Dice di voler prenotare tutte le stanze per gli ostaggi che dovrà catturare per rapinare la banca.
La gang raduna un po’ di gente per strada e la porta nella hall dell’hotel. Ned e John Byrne vanno alla banca dove riescono a forzare due casseforti e portare vie oltre duemila sterline. Ned, di nuovo, dà fuoco a qualunque nota di debito o ipoteca che riesce a trovare.
L’editoriale di Ned Kelly
Prima di andarsene, Ned fa una fermata all’hotel dove ripete i suoi discorsi contro la polizia e l’agente Fitzpatrick. Tira fuori una lettera che ha dettato a John Byrne e la allunga a uno dei cassieri presi in ostaggio. Vuole che la dia ai giornalisti che arriveranno per farla pubblicare.
La lettera di Jerilderie è lunga (quasi ottomila parole), e contiene la sua versione dei fatti e varie richieste. Ned vuole che i terreni degli squatters vengano redistribuiti, e che la polizia non vessi più i poveri. Dice ai presenti che il suo obbiettivo sono gli squatters e i ricchi, non i cittadini onesti come loro.
A quel punto un prete lo addita come bugiardo. Steve Hart, il suo complice, lo ha derubato dell’orologio. Ned costringe Steve a restituire il maltolto e a scusarsi. Non si sa se sia stato un gesto spontaneo o una messinscena per apparire più “buono” davanti agli ostaggi, ma visti i rapporti tra i delinquenti della gang, la seconda ipotesi sembra un po’ meno credibile. Dopo aver lasciato un po’ di spiccioli agli ostaggi per il disturbo, Ned taglia i fili del telegrafo e scappa.
L’armatura antiproiettile fighissima
La polizia ha fallito nel guadagnarsi la fiducia della popolazione locale, e la gang di Kelly sparisce nel bush. Inoltre, i recenti scontri con gli aborigeni privano gli agenti di un altro supporto per pattugliare le zone selvagge. La taglia su Ned viene aumentata. Vengono chiamati agenti e guide aborigene dalle altre colonie, ma nessuno riesce a scovare la gang.
Intanto, la fuga continua e la vita nel bush lo stanno provando fisicamente Ned Kelly. Inizia a pensare di fuggire nelle coste settentrionali e godersi qualche anno di clima tropicale. A fine anno accetta di essere intervistato da un giornalista del Sidney Daily Telegraph. L’articolo, però, non verrà mai pubblicato.
Ned inizia a lavorare su un progetto. Costruisce una fucina tra i boschi e si fa portare tutti gli aratri che i suoi uomini riescono a trovare. Dopo mesi di lavoro, il risultato sono quattro armature di ferro. Sono ingombranti, pesano mezzo quintale l’una, ma sono spesse abbastanza da fermare proiettili di grosso calibro.
Secondo alcuni studiosi l’idea l’avrebbe presa da bambino. Durante una sfilata tradizionale di immigrati cinesi o giapponesi, avrebbe visto un uomo in armatura integrale. Altri fanno notare che tra i pochi libri di famiglia, ce n’era uno illustrato di fiabe sui cavalieri medievali. Ora che la gang ha dei costumi degni di Darth Fener, è pronta a passare da curiosità locale a icona nazionale ed entrare nel mito.
Ristrutturare le ferrovie australiane
Secondo alcuni studiosi Ned vuole dare un segno alle forze di polizia. Vuole mostrare la sua potenza e dissuadere definitivamente le autorità dal dargli la caccia, in stile Pablo Escobar.
Secondo altri ha un progetto politico indipendentista. Secondo me vuole provare la sua armatura.
In ogni caso, decide di massacrare un sacco di poliziotti. Per farlo prepara una trappola. Manda John Byrne a dare la caccia ad Aaron Sherritt un loro vecchio amico diventato informatore della polizia.
Aaron vive con la moglie e l’anziana madre, assieme a quattro agenti di scorta. John bussa alla porta e, quando Aaron gli apre, gli spara in faccia. Secondo la testimonianza della moglie di Aaron, John sarebbe fuggito indisturbato dopo l’omicidio, mentre i quattro agenti di scorta, terrorizzati, restavano nascosti nella camera da letto.
John lascia intendere ai passanti che si rifugerà alle Warby Ranges, delle cascate vicino alla cittadina di Glenrowan. Ned sa che per rispondere a un colpo del genere la polizia preparerà un treno carico di agenti da Melbourne. La destinazione sarà la stazione di Glenrowan. La ferrovia che va verso la città passa per un tratto pieno di curve a precipizio su un burrone.
Ned e i suoi prendono in ostaggio un po’ di manovali da Glenrowan. Gli fanno smontare un tratto di ferrovia, in modo che il treno cada di sotto. A quel punto raggiungono la stazione di Glenrowan, dove tagliano i fili del telegrafo. Radunano gli abitanti per strada nel Jone’s Hotel, un albergo, per un totale di sessantadue ostaggi.
L’assedio della polizia
La gang aspetta l’arrivo del treno, ma dopo un giorno non si vede ancora niente. Ned Kelly ordina di portare cibo, alcol e strumenti musicali per gli ostaggi. Fa i suoi soliti discorsi contro la polizia e gli squatters. Passa un altro giorno e il treno della polizia non arriva.
Thomas Curnow, uno degli ostaggi, dice che sua moglie è incinta al nono mese e starà per partorire ormai. Chiede di essere rilasciato per assistere alla nascita del figlio. La gang accetta, e Curnow, appena liberato, corre verso il tratto di ferrovia distrutta. La notte seguente riesce a fermare il treno della polizia prima che si lanci nel burrone. Spiega la situazione agli agenti, dove sono gli ostaggi e i delinquenti.
È la terza notte di attesa nell’albergo. Secondo gli ostaggi, Ned, spazientito, avrebbe iniziato a pensare di liberarli e andarsene per riorganizzare la trappola da un’altra parte. Ma John Byrne guarda fuori dalla finestra dice che stanno arrivando delle persone. La polizia circonda l’hotel dove stanno i quattro membri della gang di Ned Kelly assieme a oltre sessanta ostaggi civili. Gli agenti aprono il fuoco.
Inizia una lunga sparatoria. Una bambino ostaggio resta ferito, superficialmente, da un colpo sparato dalla polizia. Ned e gli agenti si accordano per un breve cessate il fuoco e il ferito viene fatto uscire assieme a tutti i bambini. Una volta che i piccoli sono al sicuro, riprende il massacro.
L’ultimo assalto
Dopo quasi due ore di sparatoria Ned viene ferito alla mano e al gomito, lasciati scoperti dell’armatura. Alla stazione arriva un altro treno della polizia carico di rinforzi. Gli ostaggi nell’albergo sono terrorizzati. John Byrne abbandona la finestra da dove spara alla polizia e si sfila l’armatura. Raggiunge il bar dell’hotel, solleva una bottiglia di whisky e dice “Un brindisi! Continueremo a fare i rapinatori per molti altri anni!”
Una pallottola infrange il vetro di una finestra, gli entra nella coscia, e gli buca l’arteria femorale. Muore dissanguato nel giro di pochi minuti. Ned si infuria e decide di fare una sortita. Sono le cinque del mattino, ma il sole non è ancora sorto e la nebbia avvolge le vie di Glenrowan. Ned riesce a passare oltre i poliziotti che circondano l’hotel e a nascondersi nella vegetazione ai limiti della città.
A questo punto le ferite e la perdita di sangue lo fanno svenire. Si risveglia circa un’ora dopo. La sparatoria sta continuando. Ned si rialza, tira fuori le pistole ed emerge dai cespugli alle spalle della polizia.
Assieme alla polizia, il treno di Melbourne ha anche trasportato un paio di giornalisti che hanno assistito all’evento. Secondo il cronista Tom Carrington: “Sembrava il fantasma del padre di Amleto, senza testa, con solo un lungo collo metallico.”
La polizia apre il fuoco, ma i proiettili rimbalzano contro l’armatura e l’elmo. Ned Kelly va in piena fase Tony Montana. Scoppia a ridere, si avvicina ignorando le pallottole e insulta i poliziotti chiedendo se questo è il meglio che possono fare.
La cattura di Ned Kelly
La perdita di sangue, la disidratazione e l’armatura da mezzo quintale stanno avendo la meglio su Ned. È lento e ogni colpo di pistola rischia di farlo cadere schiena a terra come una tartaruga. Inoltre la sottile feritoia per gli occhi non gli permette di mirare bene.
L’agente Steele, dopo essersi buttato dietro un tronco, nota che le placche dell’armatura di Ned gli lasciano scoperte le ginocchia. Prende la mira, preme il grilletto e il ginocchio destro di Ned esplode. Ned spara un ultimo colpo con cui porta via il cappello a un agente, senza ucciderlo, prima di svenire. Ha sei fori di proiettile nel corpo e decine di di bozzi sull’armatura, dove è stato colpito.
Gli agenti gli tolgono l’elmo e lo identificano: è davvero Ned Kelly. Sotto l’armatura indossa la fascia verde e dorata, il dono di quando ha salvato un compagno di scuola.
Intanto all’hotel, Dan Kelly e Steve Hart hanno quasi finito le munizioni e un agente è riuscito a incendiare l’albergo dove sono rifugiati. Si arrendono e, cessato il fuoco, fanno uscire tutti gli ostaggi. Prima che la polizia entri, si sparano in testa per non farsi catturare.
Glenrowan è un lago di sangue. Ci sono decine di feriti per le strade. I tre complici di Ned sono morti. Assieme a loro anche Martin Cherry e George Metcalf: due ostaggi colpiti da pallottole vaganti durante la sparatoria.
“Così è la vita”
Ned viene curato e portato al carcere di Melbourne. Nell’ottobre 1880 inizia il processo contro Ned Kelly. Redsmond Barry, lo stesso giudice che ha incarcerato sua madre per le minacce a Fitzpatrick, lo condanna a morte per l’omicidio di Lonigan e le varie rapine.
Nelle settimane prima dell’esecuzione le vie di Melbourne si riempiono di migliaia di manifestanti che chiedono la grazia per Ned. Viene anche fatta una petizione che raggiunge 32.000 firme, una cifra notevole per il luogo e per l’epoca. Ma la condanna resta invariata.
Alle 10 del mattino dell’11 novembre 1880 Ned Kelly viene portato fuori dalla sua cella, e scortato al secondo piano del carcere. Il patibolo è una corda legata a una trave, che pende sopra a un buco nel pavimento. Ci sono diverse testimonianze diverse su quali siano state le sue ultime parole. Secondo la leggenda, mentre gli mettono la corda al collo dice: “Such is life…” Così è la vita.
L’inchiesta sulla polizia del Victoria
La taglia sulla testa di Ned viene divisa tra gli ufficiali che hanno ordinato l’arresto e gli agenti. Vengono anche lasciate una manciata di sterline a testa alle guide aborigene che hanno accompagnato i poliziotti nel bush. Ma alla fine, la Commissione preferisce consegnare il contante al governo del Queensland, da dove provenivano le guide aborigene. Il motivo: “è sbagliato dare soldi a qualcuno che non è in grado di capire che cosa sono.”
Intanto il governo di Melbourne viene bombardato da lettere di protesta e minacce. Nel 1881 approva una commissione d’inchiesta sulle forze di polizia che hanno partecipato alla caccia alla gang di Ned Kelly. L’immagine che ne esce è molto simile a quella descritta dal delinquente giustiziato.
La corruzione degli agenti e i loro favoritismi verso gli squatter sono evidenti. Decine di agenti vengono degradati e sospesi, tra cui il Capitano Standish e l’agente Fitzpatrick. Inoltre viene fuori anche la chiara incapacità degli agenti di operare nel bush. Le autorità, quindi, cambiano i metodi di addestramento delle forze di polizia.
Uno dei poliziotti che ha partecipato alla cattura di Ned, John Sadleir, parla della caccia a Ned nelle sue memorie. Racconta di come l’esperienza gli ha permesso di vede i tanti disordini nel territorio di Greta in modo diverso. All’origine dei problemi c’era la questione delle terre maldistribuite tra squatters e selectors, piuttosto che un’inspiegabile epidemia criminale. Questo gli avrebbe permesso di prevenire molti crimini prima che degenerassero nella formazione di nuove gang.
Ned Kelly rivoluzionario?
L’Australia non ha mai avuto una guerra d’indipendenza contro il Regno Unito. Ma nel corso della sua storia, ci sono stati una manciata di rivolte e movimenti indipendentisti. Uno dei più antichi è il movimento Repubblicano del Victoria. A partire dal 1854 proporranno più volte dichiarazioni di indipendenza e proclami (senza quasi nulla di concreto, alla fine).
Per lungo tempo, dopo l’esecuzione di Ned Kelly, è circolata la leggenda che anche lui facesse parte del movimento. La lettera di Jerilderie è la testimonianza più preziosa sulla visione politica di Ned Kelly. Qui fa riferimento alla redistribuzione delle terre e, dai giornali dei tempi, viene descritta come di ispirazione comunista.
Contiene delle dichiarazioni dove sembra fare riferimento a un nuovo governo o addirittura a un nuovo stato. Interviste ai parenti dei suoi complici sembrano confermare il fatto che simpatizzasse per la causa Repubblicana. Eventuali documenti che lo avrebbero connesso ai repubblicani sarebbero stati distrutti dopo la sua condanna per evitare ripercussioni. Molti simpatizzanti di Ned Kelly, infatti, continuarono ad essere arrestati negli seguenti alla sua morte.
Da una parte un piano del genere giustificherebbe lo scontro cercato con la polizia a Glenrowan. D’altra parte, il fatto che non avesse alleati durante la sparatoria dà da pensare sulla fattibilità del suo obiettivo.
Ned Kelly, da ladro a refurtiva
Il rapporto tra Ned Kelly e il crimine è talmente forte che neanche la morte può fermarlo. Il corpo e il teschio di Ned spariranno più volte e saranno oggetto di decenni di indagine per ritrovarli. Il primo incidente succede negli anni ’20, quando degli studenti di medicina avrebbero riesumato il corpo del delinquente. Lo scopo sarebbe stato sezionare il cranio e fare studi frenologici.
Nel frattempo sono usciti libri, piece teatrali e addirittura film che celebrano le imprese di Ned e la sua gang. Quando la notizia trapela, si scatena un’onda di indignazione. Le autorità negano l’accaduto. Gli esami forensi fatti in seguito mostrano che invece il teschio era stato sezionato per essere analizzato.
Nel 1929, in seguito a dei lavori di ristrutturazione del carcere, il corpo di Ned viene riesumato e sparisce. Dopo qualche giorno di indagine ricompare in un’altra tomba, ma mancano alcuni ossicini, presi probabilmente dal ladro come souvenir. Il teschio viene mandato a un laboratorio universitario per essere studiato, mentre il corpo viene gettato in una fossa comune.
Il teschio di Ned Kelly
Intanto il vecchio carcere di Melbourne diventa troppo piccolo per contenere i prigionieri e viene trasformato in un museo. Nel 1972 il teschio di Ned Kelly viene esposto in una teca assieme al calco della sua faccia. Nel 1978 il teschio scompare. La polizia cerca dappertutto, ma Ned riesce a sfuggire un’ultima volta alle grinfie degli agenti.
Il teschio passa di mano in mano tra appassionati e ladruncoli. Nel 1978 viene comprato da Tom Baxter, un fan di Ned Kelly. Tom terrà il teschio in un tupperware per quasi trent’anni, fino all’11 novembre 2009, quando lo riconsegna alla polizia.
Vengono fatti dei test del dna e… il teschio non è di Ned Kelly. Tutt’oggi non si sa che fine abbia fatto. Ci sono diversi personaggi su internet che rivendicano di esserne venuti in possesso, ma finora nessuno ha fornito prove decisive.
Il corpo senza testa di Ned, invece, è stato recuperato dalla fossa comune sotto il carcere e consegnato ai discendenti. Oggi è sepolto nel cimitero di Greta, vicino alla tomba della madre.
Le interviste di Ned Kelly
I giornali dell’epoca riportano, tra le varie cronache degli accaduti, anche una manciata di interviste rivolte a testimoni diretti degli avvenimenti e a Ned Kelly in persona, una volta incarcerato in attesa dell’esecuzione.
Francesca Podda, una lettrice del blog con molta più pazienza di me, ha deciso di tradurre le più importanti in italiano, in modo da dare accesso a tutti a delle preziose fonti primarie.
I giornali dell’epoca tendevano ad avere una politica molto liberale riguardo spelling, punteggiatura e ortografia in generale. Questa traduzione è stata normalizzata per renderla leggibile senza farsi venire il mal di testa.
Il primo articolo, Un’intervista con Ned Kelly, ci mostra un’intervista a Ned Kelly e ad alcuni testimoni un paio di giorni dopo la sparatoria di Glenrowan. Il Tom Wright che lo va a trovare è il fratello di Isaia Wright, il tipo che lo accusa di furto, viene sfidato a pugilato e poi diventa suo amico. Anche Tom diventa amico di Ned e, a differenza del fratello, sembra un po’ meno propenso a scazzottate e sparatorie. Gli asterischi sono “parolacce” (magari semplicemente bloody…) censurate dal giornalista.
Il secondo articolo, Cosa disse la Signora McDonnel, segue la testimonianza di McDonnel, una degli ostaggi rapiti durante la sparatoria di Glenrowan.
L’ultimo articolo, Intervista con Ned Kelly, è la sua intervista più celebre, fatta in carcere in attesa del processo. Contiene, tra l’altro, un breve riassunto della versione di Ned riguardo l’arresto finito male ad opera di Fitzpatrick.
Sono tre articoli molto interessanti e se avete letto fino a qua siete moralmente vincolati a scaricarli e leggerli (sennò vince la polizia australiana!). Grazie ancora a Francesca per le traduzioni e buona lettura!
Ciao, ho letto con piacere l’articolo. Molto interessante e chiarissima l’esposizione di tutta la vita di Kelly! Avrei una informazione da chiederti, ma non trovo una e-mail. Come posso contattarti in privato?
Ciao! Sono contento che l’articolo ti sia piaciuto! Purtroppo passo un sacco di tempo a scrivere gli articoli e a cercare fonti e alla fine ho fatto una pagina profilo molto carente… La metto subito sulla lista delle cose da fare. Intanto, se vuoi, puoi scrivermi a gondorcal@outlook.it
Molto interessante.. Non sapevo niente di questo personaggio.. Oggi per caso ho guardato il film che ripercorre la sua vita… E ho cercato fonti…
Ottimo articolo.Conoscevo la storia di Kelly e i film.Ma alcune cose mi erano ignote.